Il dolore facciale: dolore ad origine ATM
[heading]Introduzione[/heading]
Il dolore facciale, veicolato in gran parte dal nervo trigemino, può frequentemente interessare l’articolazione temporomandibolare (ATM) ed a sua volta coinvolgere i muscoli ad essa collegati, sia direttamente che indirettamente. Esso è causa di profonde sofferenze per il paziente poiché entra nel suo vissuto emozionale producendo un disagio psichico che interferisce con la quotidianità.
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[heading]Segni e sintomi[/heading]
L’ATM è una articolazione unica nel suo genere: infatti è collegata alle due metà del corpo, come dei fratelli siamesi, obbligando il cervello a dare una risposta integrata destra e sinistra per il suo movimento: è facile comprendere, come nel caso delle due braccia legate ai polsi, che i movimenti da compiere siano originali ed obbligano strategie di postura particolari. Inoltre è l’unica articolazione ‘sospesa’ che funziona in modo antigravitario,rispetto al carico.Questo per far comprendere il ruolo che può svolgere la mandibola nel corretto assetto posturale testa-collo.
I segni caratteristici di sofferenza dell’ATM sono sostanzialmente tre:
a. Dolore algico-disfunzionale
E’ una condizione di dolore che coinvolge l’ articolazione solitamente infiammata a causa di un malposizionamento sia statico che dinamico. Il dolore tipicamente è presente in prossimità del trago (orecchio)o percepito dentro l’ orecchio fatto che porta spesso il paziente al consulto otoiatrico. Frequentemente si irradia verso l’occhio o lo zigomo sino a proiettarsi verso la branca della mandibola corrispondente.
b. Rumore articolare o click
E’ uno dei segni precoci di malfunzionamento dell’articolazione e possono essere presenti in apertura, chiusura o reciproci (apertura e chiusura), della bocca. Esercizi fisioterapici possono migliorare la compliance, intesa come migliore capacità di apertura-chiusura.
c. Locking
E’ una condizione di blocco dell’articolazione o con una ridotta apertura tale da impedire talvolta l’uso di una posata per portare il cibo alla bocca. Talvolta il locking può essere in chiusura. E’ un’ emergenza: di solito il paziente con movimenti ‘zig-zag’ sa sbloccarsi: nel caso contrario il medico effettua la manovra di Dawson per favorire lo sblocco del disco sul condilo.
[heading]Cause[/heading]
Le condizioni collegate possono dipendere sia da alterazioni primarie della ATM:
- Artriti
- Artrosi
- Eventi Traumatici
- Conformazione genetica (lassità ligamentosa)
O più frequentemente secondarie legate ad inadeguata occlusione (il modo col quale le arcate chiudono), queste ultime riconoscono numerose cause predisponenti:
- Seconde classi (morso profondo)
- Bruxismo (clenching & grinding)(non da tutti accettata quale causa)
- Precoce perdita di elementi dentali, tipicamente i primi molari permanenti.
- Incongrue procedure dentistiche, sia conservative e protesiche che ortodontiche
- Eventuali alterazioni occlusali prodotte da nascita dei denti del giudizio
[heading]Fattori di rischio[/heading]
La patologia dell’ ATM interessa con prevalenza il sesso femminile con un picco di incidenza nel 3-4° decennio di vita. Studi su teenager hanno messo in relazione i disturbi ATM con un minore rendimento scolastico. Sono ancora poco note le relazioni esistenti tra i disturbi dell’articolazione ed il Trigemino anche se alcune ricerche indicano l’intersecazione con altri sistemi neurologici.
[heading]Quando rivolgersi al medico[/heading]
I rumori dell’ Atm, riduzioni dell’apertura della bocca,deviazione dell’apertura della bocca, monolateralità di masticazione, dolore, sono i segnali da non sottovalutare poichè il paziente tende ad assumere antiinfiammatori per il controllo del dolore, ma nel contempo producendo fenomeni di cronicizzazione.
I dolori dell’ATM sono frequentemente non diagnosticati nei teen-ager che finiscono con l’accettare le conseguenze disfunzionali come una non malattia salvo poi andare incontro a numerosi problemi in epoche successive.
Non è da sottovalutare il rapporto tra un trauma, ad esempio il colpo di frusta, e patologie dell’ ATM: diversi studi hanno dimostrato che l’esordio di una disfunzione può accadere 6 mesi ,un anno dopo la data dell’evento.
[heading]Controlli e diagnosi[/heading]
La diagnosi è la sintesi di una accurata visita che tenga conto sia dell’ATM, sia dell’occlusione e sua patologia sia dello stato dei muscoli e della postura del paziente. Indagini diagnostiche includono studio radiologico o RMN dell’ATM per l’evidenza dei tessuti molli e menisco.
Talvolta può tradursi nella neccessità di consultare diversi pareri professionali con un’ attività interdisciplinare sul paziente dove la visione olistica è il frutto di integrazioni e comunicazioni tra medici volti a promuovere il benessere psico-fisico di questi pazienti.
[heading]Terapia e trattamento[/heading]
La terapia primariamente a disposizione dello gnatologo è il bite. Quest’ultimo, determina un rialzo articolare, che, essendo uno spessore posto tra i denti, promuove una posizione del condilo più centrata, cosiddetta terapeutica, riducendo la sintomatologia dolorosa e consentendo la ripresa masticatoria bilaterale.
La costruzione del bite è peculiare rappresentazione della professionalità dello gnatologo.
Peraltro il bite è un dispositivo rimovibile, che può rappresentare un iniziale vantaggio, essendo la terapia in questo modo reversibile, ma nel tempo andrebbero effettuate modifiche della morfologia dentale tali da stabilizzare l’occlusione, di fatto annullando la sintomatologia nel lungo periodo. Tra le terapie immediate per il dolore in fase acuta, accanto a FANS o miorilassanti, o spray freddo e anestesia locale (adoperati sul concomitante coinvolgimento muscolare) attualmente è possibile utilizzare uno specifico macchinario detto ‘Scrambler Therapy’ che, diversamente dalla TENS, induce una rapida remissione del dolore secondo il principio dell’informazione sintetica di sostituzione del dolore a livello encefalico.
Il paziente, rivolgendosi ad altri professionisti, finisce poi, per avere numerose diagnosi ed altrettanti presidi terapeutici, quali ansiolitici o antidepressivi o terapie psicologiche di supporto, altre volte viene seguito il principio riabilitatorio neuromuscolare con esercizi muscolari e posturali.
[heading]Prevenzione[/heading]
E’ difficile individuare gli elementi che possano configurarsi come fattori di rischio per lo gnatologo. Sicuramente lo stress, ad esempio frequente in giovani pazienti universitari, collegato alla coincidenza degli esami, può rappresentare un momento importante di slatentizzazione del disturbo ATM: il simbolismo tra bocca e psiche, i rapporti tra ATM e postura intimamente collegati alla percezione di sé, i circuiti dell’ansia frequentemente convergenti sul sistema stomatognatico modificano i livelli di coscienza ed inducono una coazione a ripetere che può essere a un tempo causa ed effetto del problema. E’ auspicabile una individuazione dei soggetti a rischio nei teenager ed uno stretto rapporto tra più professionisti per una nuova visione del paziente disfunzionale, oggi lasciato spesso solo e senza riferimenti certi con soluzioni diagnostico-terapeutiche incerte, imprevedibili e non coordinate.